Massimo Basili spiega François Baucher. Il Maestro francese che sconvolse l’equitazione XIX secolo, è ancora oggi una delle figure più controverse.
Il principio “mani senza gambe, gambe senza mani” è, forse, uno dei più citati in ambito equestre. Ma in quanti conoscono realmente i principi e la filosofia dietro a questa massima? Fu François Baucher, eccezionale cavaliere francese, che sconvolse il mondo dell’equitazione introducendo una nuova filosofia, un nuovo metodo di addestramento per portare qualsiasi cavallo in equilibrio, per praticare l’equitazione in Leggerezza.
Durante la sua carriera, François Baucher ha affinato notevolmente i suoi metodi, ha evoluto i suoi concetti. Ma mentre il suo primo lavoro è molto noto, la sua “seconda maniera”, che comparve per la prima volta in letteratura equestre nel 1864, anno in cui uscì la dodicesima edizione del suo “Méthode d’equitation basée sur de nouveaux principes” (“Metodo di equitazione basato sui nuovi principi”, prima edizione nel 1842), purtroppo non raggiunse la stessa portata
Baucher, in realtà, fu una figura molto controversa ai suoi tempi e il suo lavoro venne spesso rifiutato. Ancora oggi le sue opere generano una certa confusione poiché la prima e la seconda maniera forniscono resoconti diversi del suo metodo tant’è che possono sembrare contraddittorie nella loro filosofia.
Come possiamo capire come si sono evoluti i metodi di Baucher? E quali sono le principali differenze tra la prima e la seconda maniera?
Massimo Basili, Istruttore Fise di III livello, già Istruttore di III livello Ecole de Légèreté, ha studiato in modo approfondito, praticando e sperimentando lui stesso, i principi, il lavoro e la filosofia del Maestro francese. Ha cristallizzato i principi chiave della sua filosofia e ha fornito un contesto storico nella introduzione al libro “Metodo di equitazione”, nuova edizione riportata alla luce da Zoraide editore e che raccoglie in un unico volume l’edizione del 1843 e quella del 1854 (entrambe della “prima maniera”). Ha fornito, inoltre, una illuminante spiegazione in un articolo dal titolo La leggerezza, un’eredità dei classici pubblicato da Ucif.
Basili racconta l’incidente che costrinse Baucher a star lontano dalla sella per diversi anni per poi, alla fine, non ripresentarsi più in pubblico. Un tragico e fortuito evento che però, di fatto, ha determinato l’inizio della Seconda Maniera del Maestro.
«Parlare della Seconda Maniera di Baucher – spiega Basili – equivale a descrivere quelle che sono le origini di un’equitazione colta, raffinata, gentile, dove il Cavallo, qualsiasi Cavallo, anche non di buona conformazione o di pessimo carattere, può esprimere al massimo le sue qualità, e dove un’intelligente impiego degli aiuti rende estremamente comprensibile all’animale ogni richiesta, da quelle più semplici a quelle più complesse. Un’equitazione che trova la sua sintesi nella parola Leggerezza, dal francese Légèreté […]
La Leggerezza – conclude Basili – è un concetto […] che non può e non deve essere dimenticato. È un termine che risponde a un preciso tipo di equitazione, a una precisa filosofia che riconosce ogni cavallo come un individuo con le sue singole esigenze e peculiarità, e che rifiuta metodologie equestri che prevedono il ricorso al dolore e alla costrizione. Un termine che trova le sue origini, appunto, nel Baucher Seconda Maniera, che quello sfortunato incidente di un primo pomeriggio parigino di marzo ha contribuito a far nascere»
Clicca sul seguente link per leggere l’articolo completo: La leggerezza, un’eredità dei classici
ECL Massimo Basili
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