Le definizioni “Prima Maniera” e “Seconda Maniera” si riferiscono a due approcci differenti. Sono due momenti distinti nello sviluppo del metodo di equitazione ideato dal Maestro. Questi due approcci si basano su teorie e metodi apparentemente contrastanti.
Durante il corso della sua carriera, François Baucher raffinò notevolmente i suoi metodi. Sebbene il suo primo lavoro (la prima maniera) divenne abbastanza noto, la sua seconda maniera, che fece la sua comparsa solo nella dodicesima edizione del suo Nuovo Metodo di Equitazione, purtroppo non ottenne la stessa diffusione.
Di conseguenza, a volte c’è stata una certa ambiguità riguardo alla sua filosofia e ai suoi metodi. Infatti può essere facile reperire solo la sua prima maniera, che talvolta sembra entrare in conflitto con le sue idee successive.
Il cambiamento nei suoi approcci sembra essere stato influenzato (almeno in parte) da un tragico incidente che ha subito nel mezzo della sua carriera.
Sono circolate molte versioni dell’incidente che coinvolse Baucher. Tuttavia, da una lettera datata 14 marzo 1855 scritta da M. Gatayes, uno degli allievi del maestro, al redattore della rivista Sport, M. E. Chapus, si apprende la reale dinamica dell’accaduto.
Mentre Baucher stava per salire in sella, il pesante lucernario sopra di lui si staccò dal soffitto e si abbatté su di lui. Il cavallo fuggì, ma Baucher rimase sotto, sopravvissuto ma con numerose fratture e ferite in tutto il corpo.
A causa delle devastanti conseguenze dell’incidente, il Maestro fu impossibilitato a cavalcare per diversi anni. Le ferite riportate ridussero la forza delle sue gambe e lo costrinsero a rinunciare agli spettacoli e alle esibizioni pubbliche.
Nonostante sia probabile che Baucher stesse già sviluppando le sue nuove idee prima dell’incidente, sembra che quest’ultimo abbia accelerato o confermato i cambiamenti che stava apportando al suo metodo. Quindi, nonostante la drammaticità dell’evento, l’incidente segnò, se non proprio la nascita, sicuramente lo sviluppo del suo nuovo metodo.
La pubblicazione della dodicesima edizione del Méthode d’équitation basée sur de nouveaux principes (“Metodo di equitazione basato su nuovi principi”), seguita poi dalla tredicesima nel 1867 e dalla quattordicesima nel 1874, convenzionalmente segna l’apparizione nella letteratura equestre della Seconda Maniera di Baucher.
Confrontando le ultime tre edizioni del “Méthode” con le precedenti, emerge che la maggior parte dei concetti presenti nel testo è completamente nuova. Altre parti del testo originario sono state omesse mentre alcune altre solo ritoccate. La decisione di limitarsi a modificare il testo originale probabilmente dipendeva dal desiderio di Baucher di preservare ciò che aveva detto, teorizzato e costruito nel corso degli anni precedenti. Voleva forse evitare che il lavoro precedente andasse completamente dimenticato.
Baucher non desiderava che il suo passato venisse cancellato. Lo vedeva come un’ammissione dell’aver commesso errori. Ha preferito invece integrare i principi della Seconda Maniera nella struttura originale, nell’ossatura della Prima Maniera. Così facendo ha creato un’unica opera e, in un certo senso, ci è riuscito.
In diversi passaggi, cerca di spiegare la differenza tra le due Maniere. Giustifica anche il suo cambiamento, la sua evoluzione. Elogia le sue nuove scoperte, senza però rinnegare quelle precedenti che gli erano così care. Quelle scoperte che aveva fatto all’inizio della sua carriera e che gli avevano portato fama e cambiamenti nella vita.
È innegabile che in alcune parti del testo, che non sono state modificate, certi concetti entrino in contraddizione con altri immediatamente successivi. Proprio a causa di questa combinazione di teorie espresse in diverse epoche della sua vita.
È un peccato che Baucher non abbia avuto l’opportunità di dimostrare sul campo, come ha fatto con la Prima Maniera, l’efficacia dei nuovi principi della Seconda Maniera. In secondo luogo, è un peccato che le nuove edizioni del “Metodo” (le ultime tre) non abbiano goduto della stessa diffusione e popolarità delle precedenti, tanto che ancora oggi, quando si parla di questo straordinario Maestro, si tende a fare riferimento alla sua Prima Maniera anziché alla Seconda.
Massimo Basili, Istruttore Fise di III livello, già Istruttore di III livello Ecole de Légèreté, ha dedicato un profondo studio alla filosofia, al lavoro e ai principi del Maestro francese, sperimentandoli personalmente. Nel libro “Metodo di equitazione”, una nuova edizione resa disponibile da Zoraide editore Basili ha cristallizzato i principi fondamentali della filosofia di Baucher e ha fornito un contesto storico. Questo libro raccoglie in un unico volume l’edizione del 1843 e quella del 1854 (entrambe della “prima maniera”).
Massimo Basili ha offerto una spiegazione illuminante nel suo articolo intitolato La leggerezza, un’eredità dei classici pubblicato da Ucif. Inoltre, ha curato la pubblicazione della quattordicesima edizione del Metodo. Questo testo in italiano rappresenta un’assoluta novità. Il volume include la traduzione del manuale, che rappresenta l’evoluzione del Maestro francese finora conosciuta solo attraverso altri autori, e le note a fronte, curate da Basili che spiegano il significato del testo e mettono in evidenza come il Metodo si è evoluto nel corso del tempo.
Basili ha lavorato sul testo con millimetrica precisione identificando le principali differenze tra la Prima Maniera e la Seconda Maniera di Baucher. I suoi approfondimenti, spiegazioni e curiosità rendono la lettura del testo facile e piacevole, chiarificando tutti quei punti che spesso hanno reso Baucher un autore controverso.
Il testo è un’opera assolutamente inedita, ribattezzata proprio da Zoraide Editore “La Seconda Maniera”. L’obiettivo di questa edizione italiana del “Metodo” è rendere accessibile e comprensibile al pubblico italiano la Seconda Maniera scritta personalmente da François Baucher, nonostante il fatto che i suoi successori, in particolare Faverot de Kerbrech ed Étienne Beudant (ricordiamo il volume “Esterno e alta scuola” pubblicato da Zoraide editore), l’abbiano sviluppata e diffusa tra il grande pubblico.
Tuttavia, considerando che questi stessi successori potrebbero aver contribuito a migliorare e perfezionare il metodo, aggiungendo le loro idee personali, diventa ancora più importante conoscere la prima versione, quella da cui ufficialmente ha avuto inizio la nuova metodologia. Questo ci permette di scoprire le espressioni particolari, i termini e le definizioni utilizzate da Baucher.
«Parlare della Seconda Maniera di Baucher – spiega Basili – equivale a descrivere quelle che sono le origini di un’equitazione colta, raffinata, gentile, dove il Cavallo, qualsiasi Cavallo, anche non di buona conformazione o di pessimo carattere, può esprimere al massimo le sue qualità, e dove un intelligente impiego degli aiuti rende estremamente comprensibile all’animale ogni richiesta, da quelle più semplici a quelle più complesse. Un’equitazione che trova la sua sintesi nella parola Leggerezza, dal francese Légèreté […]
La Leggerezza – conclude Basili – è un concetto […] che non può e non deve essere dimenticato. È un termine che risponde a un preciso tipo di equitazione, a una precisa filosofia che riconosce ogni cavallo come un individuo con le sue singole esigenze e peculiarità, e che rifiuta metodologie equestri che prevedono il ricorso al dolore e alla costrizione. Un termine che trova le sue origini, appunto, nel Baucher Seconda Maniera, che quello sfortunato incidente di un primo pomeriggio parigino di marzo ha contribuito a far nascere»
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di François Baucher
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Il testo è ordinabile (fornendo il codice ISBN: 9788890950452) presso tutte le librerie in territorio nazionale.
di François Baucher
“La Seconda Maniera” di François Baucher è, in Italia, un’assoluta novità. Il volume contiene la traduzione del manuale, che rappresenta l’evoluzione del Maestro francese finora conosciuta solo per mano di altri autori come Faverot de Kerbrech o Étienne Beudant, e delle note a fronte, curate da Massimo Basili che ne spiegano il significato e mettono in evidenza come si è evoluto il Metodo.
Basili ha lavorato sul testo con millimetrica precisione identificando le principali differenze tra la Prima Maniera (Metodo di equitazione) e la Seconda Maniera. I suoi approfondimenti, spiegazioni e curiosità ne rendono agevole e gradevole la lettura e chiariscono tutti quei punti che hanno reso spesso Baucher un autore controverso.
«Parlare della Seconda Maniera di Baucher – spiega Basili – equivale a descrivere quelle che sono le origini di un’equitazione colta, raffinata, gentile, dove il Cavallo, qualsiasi Cavallo, anche non di buona conformazione o di pessimo carattere, può esprimere al massimo le sue qualità, e dove un’intelligente impiego degli aiuti rende estremamente comprensibile all’animale ogni richiesta, da quelle più semplici a quelle più complesse. Un’equitazione che trova la sua sintesi nella parola Leggerezza».
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Étienne Beudant
Esterno e alta scuola di É. Beudant: (1° nella classifica Bestseller di IBS Libri – Sport – Sport equestri e con gli animali – Equitazione e salto ostacoli) è la prima e unica edizione italiana della pubblicazione del grande cavaliere francese. Si tratta di un’edizione evento in quanto riunisce in un unico volume l’edizione del 1923, la versione inedita del 1948 e dei testi inediti sul generale Faverot de Kerbrech.
Uno dei classici più letti della letteratura equestre. Un bestseller secondo le classifiche di IBS.IT
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