L’equitazione è una disciplina complessa che richiede non solo una perfetta sintonia tra cavallo e cavaliere, ma anche una solida struttura di apprendimento. Secondo il Generale Francesco Amalfi, una figura di spicco nell’insegnamento dell’equitazione, la chiave per formare un cavaliere completo risiede nell’adozione di un metodo ben definito, suddiviso in due fasi fondamentali: una pratica e una artistica. Questa divisione garantisce che l’allievo sviluppi una comprensione profonda sia degli aspetti fisici sia di quelli più raffinati e strategici della cavalcata.
Il primo passo nell’insegnamento dell’equitazione, come sostiene il Generale Amalfi, è quello di formare il cavaliere sul piano fisico. Questa fase, definita “materiale e pratica”, è cruciale per stabilire le basi su cui si costruirà il futuro cavaliere.
Iniziare a montare un cavallo può provocare incertezze e timori, specialmente nei principianti. Superare questo ostacolo psicologico è essenziale. In questa fase, l’allievo deve acquisire sicurezza e familiarità con il cavallo, imparando a non farsi sopraffare dalle emozioni.
Una volta superata l’impressione iniziale, il focus si sposta sul consolidamento della solidità e dell’equilibrio. Il cavaliere deve sviluppare un assetto in sella stabile che gli consenta di affrontare senza problemi le diverse andature e situazioni. Una posizione in sella errata o uno scarso equilibrio possono non solo compromettere la prestazione del cavaliere, ma anche mettere a rischio la sicurezza sua e del cavallo.
Il Generale Amalfi enfatizza l’importanza di allenare i riflessi. Un buon cavaliere deve rispondere in maniera istintiva e rapida agli stimoli esterni, senza perdere il controllo o compromettere l’equilibrio. In questa fase, esercizi ripetitivi e pratici permettono di affinare la padronanza del corpo e delle reazioni.
Se la prima fase rappresenta la parte “materiale”, la seconda è considerata la “vera parte artistica” dell’equitazione. Secondo Amalfi, è qui che il cavaliere inizia a sviluppare la capacità di comunicare con il cavallo in modo efficace e fluido, portandolo ad eseguire movimenti complessi e precisi attraverso comandi delicati ma decisi.
Le mani e le gambe sono gli strumenti principali con cui il cavaliere comunica con il cavallo. Le mani, attraverso le redini, trasmettono al cavallo indicazioni precise sulla direzione e sulla velocità, mentre le gambe agiscono per mantenere l’andatura, correggere la traiettoria o sollecitare un cambio di ritmo. Imparare a dosare correttamente queste azioni è cruciale per evitare di confondere il cavallo o, peggio, danneggiare la sua salute.
Un cavaliere esperto, come suggerito dal Generale Amalfi, sa che l’equilibrio del cavallo è tanto importante quanto quello del cavaliere. Solo un cavallo equilibrato può rispondere con prontezza ai comandi e affrontare con agilità le diverse andature, come il passo, il trotto, il galoppo o persino il salto. L’obiettivo è quindi creare un’intesa tale da permettere al cavallo di mantenere un perfetto equilibrio, anche nei momenti più impegnativi.
Ogni cavallo deve padroneggiare le diverse andature e il cavaliere deve essere in grado di gestirle con precisione. Il salto, in particolare, rappresenta una delle sfide più complesse. Richiede una coordinazione perfetta tra le azioni del cavaliere e i movimenti del cavallo. In questa fase avanzata, la padronanza tecnica acquisita nella prima fase viene messa alla prova, poiché il cavaliere deve essere in grado di anticipare e adattarsi ai movimenti del cavallo in ogni situazione.
Francesco Amalfi sottolinea che per ottenere risultati concreti, è fondamentale seguire un programma chiaro e ordinato, che permetta di progredire gradualmente. Non è sufficiente una conoscenza vaga o disorganizzata della materia: il processo di insegnamento deve essere strutturato in modo da costruire le competenze del cavaliere passo dopo passo.
Un metodo ben definito è essenziale non solo per garantire la sicurezza dell’allievo e del cavallo, ma anche per favorire un apprendimento più rapido ed efficace. Senza una struttura chiara, il rischio è di ottenere risultati scarsi, con progressi limitati, soprattutto in termini di abilità artistiche.
L’approccio metodologico all’insegnamento dell’equitazione proposto dal Generale Francesco Amalfi rappresenta un equilibrio perfetto tra pratica e arte. La suddivisione in due fasi, una dedicata alla preparazione fisica e l’altra alla padronanza tecnica, permette di formare cavalieri completi, capaci non solo di montare a cavallo con sicurezza, ma anche di instaurare con l’animale una connessione profonda e armoniosa.
Seguire una struttura di apprendimento chiara e progressiva è il modo migliore per raggiungere l’eccellenza in questa disciplina, e l’insegnamento del Generale Amalfi fornisce una guida preziosa per chiunque voglia diventare un vero cavaliere.
Libri di cavalli:
Francesco Amalfi, Scritti equestri, a cura di Mario Gennero, zoraide editore, 2024, pp. 35-36
Nel panorama della cavalleria italiana del Novecento, la figura di Francesco Amalfi si distingue come emblema di coraggio e dedizione, incarnando l’evoluzione dello sport equestre. Senza lasciare opere firmate, la sua voce si è fatta strada attraverso le pagine della rivista “Il Cavallo Italiano” e una preziosa collezione di manoscritti, lettere e dattiloscritti che narrano di dedizione, innovazione e amore per l’equitazione. Mario Gennero, con instancabile cura filologica, porta alla luce queste testimonianze inedite, offrendoci un viaggio nelle profondità della storia dell’equitazione italiana.
Questi documenti offrono uno sguardo intimo sulle innovazioni e sul profondo amore di Amalfi per l’equitazione, seguendo l’insegnamento pionieristico di Federico Caprilli verso una concezione rinnovata dell’arte equestre. Arricchiscono l’opera fotografie d’epoca, che non solo catturano momenti personali ma anche il contesto storico, trasformando il libro in un prezioso documento visivo e un omaggio vibrante a un maestro dell’equitazione. Questo volume rappresenta non solo un omaggio a Francesco Amalfi ma anche un invito a riscoprire l’essenza dello sport equestre, lasciando che il suo spirito continui a ispirare le generazioni future. Un tesoro di sapienza e passione che, grazie a Gennero, rimarrà vivo nel tempo, perpetuando l’eredità di un maestro indimenticabile.
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