come mettere la capezza a un giovane cavallo i consigli di anthony paalman

Mettere la capezza a un giovane cavallo: quando serve un aiutante?

Mettere la capezza a un giovane cavallo richiede calma e pazienza. Scopri quando serve un aiutante e come lavorare in autonomia.

Mettere la capezza a un giovane cavallo per la prima volta è un passaggio delicato nel percorso di addestramento. Secondo Anthony Paalman, autore de Il nuovo libro dell’equitazione, è fondamentale adottare un approccio basato su calma, pazienza e movimenti controllati. Un atteggiamento brusco potrebbe compromettere la fiducia dell’animale e ostacolare il processo di apprendimento.

Ma è davvero necessario un aiutante durante questa fase? La risposta dipende da diversi fattori, come il temperamento del cavallo, l’esperienza dell’addestratore e il contesto in cui si opera.

Quando è consigliato avere un aiutante

La presenza di un aiutante può essere determinante in situazioni in cui la sicurezza e il controllo sono prioritari. Ad esempio, se il cavallo è nervoso o pauroso, potrebbe reagire in modo imprevedibile di fronte a stimoli nuovi, mettendo a rischio sia l’addestratore che sé stesso. In questi casi, avere una seconda persona potrebbe aiutare a gestire con una corda eventuali reazioni improvvise, permettendo di lavorare con maggiore serenità.

Anche con cavalli inesperti, un assistente può semplificare il processo. Questi animali, non essendo abituati al contatto umano, potrebbero muoversi con incertezza o agitazione. Un aiuto esperto può intervenire con piccoli accorgimenti, come posizionare una corda intorno al collo per contenere i movimenti o semplicemente restare vicino per rassicurare l’animale.

Infine, se l’addestratore è alle prime armi, la guida di una persona più esperta può prevenire errori e migliorare l’efficacia dell’addestramento. Un assistente può fornire suggerimenti in tempo reale, correggere eventuali imprecisioni e offrire un supporto psicologico sia all’addestratore che al cavallo.

Benefici di avere un aiutante

Oltre alla maggiore sicurezza, un aiutante migliora l’efficienza dell’addestramento. Dividere le responsabilità tra due persone consente di gestire meglio il cavallo: mentre uno si concentra sul mettere la capezza, l’altro lo gestisce, evitando interruzioni e facilitando il processo.

Un altro aspetto da non sottovalutare è il supporto psicologico per il cavallo. Gli animali percepiscono le emozioni di chi li circonda e tendono a fidarsi di persone calme e sicure. La presenza di un assistente può contribuire a creare un ambiente rilassato, aiutando il cavallo ad affrontare questa nuova esperienza senza ansia o paura.

Quando si può lavorare in autonomia

Nonostante i vantaggi di avere un aiutante, ci sono circostanze in cui un addestratore esperto può gestire l’operazione da solo. Se il cavallo è tranquillo, ha già familiarità con la presenza umana e ha avuto esperienze positive, potrebbe non essere necessario un aiuto esterno.

L’ambiente in cui si lavora gioca un ruolo essenziale. Un box o un’area chiusa e sicura riduce i rischi di fughe improvvise, consentendo di lavorare con maggiore controllo. Inoltre, chi ha una buona conoscenza del linguaggio del corpo del cavallo e sa interpretarne i segnali può spesso svolgere il processo in autonomia, prevenendo eventuali problemi e reagendo prontamente a segnali di disagio.

Consigli per chi lavora in autonomia

Per mettere la capezza senza assistenza, è fondamentale curare ogni dettaglio. L’ambiente deve essere tranquillo e privo di distrazioni, favorendo un clima sereno. Il cavallo deve essere avvicinato con calma, evitando movimenti bruschi. Parlare con voce bassa e rassicurante aiuta a instaurare un rapporto di fiducia.

Un trucco utile è utilizzare una corda intorno al collo del cavallo prima di posizionare la capezza. Questo accorgimento facilita il controllo senza generare stress, rendendo il processo più fluido e sicuro.

Lavorare senza un assistente richiede pazienza e sensibilità. Rispettare i tempi del cavallo e adattarsi alle sue reazioni permette di consolidare il rapporto di fiducia tra l’animale e l’addestratore.

L’importanza di un approccio su misura

Avere un aiutante può essere un grande vantaggio, soprattutto quando si lavora con cavalli nervosi, inesperti o quando l’addestratore non ha ancora maturato sufficiente esperienza. La sua presenza garantisce maggiore sicurezza, facilita il processo e aiuta a creare un ambiente rilassato per il cavallo.

Tuttavia, se il cavallo è abituato al contatto umano e l’addestratore ha una buona esperienza, si può lavorare anche in autonomia, a patto di rispettare i principi di calma, pazienza e gradualità. In ogni caso, l’obiettivo principale deve essere quello di creare un’esperienza positiva per l’animale, ponendo le basi per una relazione di fiducia e collaborazione duratura.

Libri di cavalli: Anthony Paalman, Il nuovo libro dell’equitazione, zoraide editore, p. 71

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