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All’inizio del percorso equestre, quando si è abbastanza autonomi perché l’istruttore sganci la lunghina o ci faccia montare in un campo più grande è normale avere dei problemi. È normale non riuscire a farsi ascoltare dal cavallo. Dalla nostra si ha l’entusiasmo che si sta progredendo. Tuttavia, l’assetto non è del tutto corretto. Gli aiuti non si usano ancora in modo appropriato. La comunicazione lascia un po’ a desiderare. Ci vuole molto tempo prima che i risultati arrivino. D’altra parte, si sta imparando.
Ma quando, invece, è stata maturata un bel po’ di esperienza e il cavallo è “sordo” alle richieste allora la prima domanda da porsi è “perché non fa quello che gli chiedo?”
Sappi che c’è sempre un motivo.
Se non ottieni la risposta che ti aspetti, devi iniziare a indagare.
In primo luogo, escludi un problema di salute. Infatti il cavallo potrebbe avere un problema ai denti, mal di schiena, dolori muscolari o articolari. È meglio chiamare il veterinario per escludere cause fisiologiche o, eventualmente, identificare il problema.
Quindi assicurati che la sella gli calzi perfettamente e sia posizionata in modo corretto sulla sua schiena in modo che non gli dia fastidio. La sella è essenziale per una buona posizione e una buona coordinazione degli aiuti da parte del cavaliere. Anche il sottosella, spiega Anthony Paalman ne “Il nuovo libro dell’Equitazione”, ha un compito importante che è quello di proteggere il cavallo da fiaccature che potrebbero essere provocate dai movimenti della sella e, al contempo, di preservare il cuoio della sella dal sudore del cavallo. Il sottosella deve essere della giusta misura, deve essere di un materiale adatto e soprattutto bisogna saperlo sistemare per bene sulla schiena del cavallo per evitare che formi delle pieghe.
Il sottopancia poi va scelto con grande cura. La forma, la taglia o il materiale sbagliato possono creare notevoli disagi sfregando o pizzicando la pelle del cavallo. Il sottopancia dovrebbe essere abbastanza stretto per tenere la sella in posizione, ma non così tanto da limitare la respirazione o il movimento del cavallo o ferirlo. Piaghe e tagli possono essere causati anche dall’usura del finimento stesso o da una sua cattiva manutenzione, infatti i peli e croste di polvere e sudore gli possono restare attaccati e, sfregando la pelle, creare piccole abrasioni o vesciche anche in punti in cui non sono facili da individuare immediatamente. A questo problema si può ovviare utilizzando diversi tipi di fodere che forniscono uno strato di protezione morbido, traspirante e anti-umido.
Se i problemi persistono nonostante tutti i controlli iniziali, è necessario concentrarsi su qualcos’altro. Forse “parli” in modo poco chiaro e il cavallo non riesce a capire quello che stai dicendo. Chiarezza e coerenza sono i cardini dell’equitazione. Non puoi praticare un giorno un metodo e fare qualcos’altro il giorno dopo. Una comunicazione imprecisa può indurre il cavallo a evadere la richiesta. A questa reazione è inutile usare più forte le gambe o aumentare la velocità di ogni azione. Piuttosto, è più vantaggioso tornare a esercizi e movimenti che esegue facilmente.
Non abusare poi della straordinaria capacità di apprendimento del cavallo. È vero che possono immagazzinare una grande quantità di informazioni. Ma è anche vero che occorre metterli nelle condizioni di poter sfruttare al meglio il loro potenziale. Se il cavallo non ha il tempo per assorbire le informazioni o se continuiamo a fornirgliene anche quando è già saturo lo mettiamo nella condizione di rifiutarle. Anche i soggetti più predisposti all’apprendimento saranno in grado di apprendere in una simile condizione. Per questo motivo è fondamentale impiegare tutto il tempo di cui hanno bisogno per fargli apprendere la specifica lezione.
Puoi trovare una soluzione solo dopo aver scoperto perché il tuo cavallo apparentemente non ti ascolta. Alzare la voce o usare frusta, frustino o speroni non serve a niente.
È necessario prendersi del tempo per osservarsi (a vicenda), per capirsi, per venirsi in contro. L’unica verità è che i più grandi Cavalieri sono stati degli attenti osservatori non solo dell’animale con cui avevano a che fare ma anche di tutto il contesto. Ed è questo che farà sempre la differenza.
Anche il più grande tra i cavallerizzi avrà passato brutti momenti con un cavallo che “non ne voglio sapere di fare un passo né avanti né indietro”. Ha fallito e riprovato e poi fallito e poi riprovato ancora. Si è preso la responsabilità di ogni errore, di ogni caduta, di ogni rifiuto senza aver paura di ammettere i propri limiti. Era consapevole che la perfezione che ambiva raggiungere era ancora molto lontana da lui. E si è concesso il lusso di essere se stesso e soprattutto ha lasciato che il cavallo fosse semplicemente un cavallo.
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Il testo è ordinabile (fornendo il codice ISBN: 9788890529306) presso tutte le librerie in territorio nazionale.
Anthony Paalman
“Il nuovo libro dell’Equitazione” di ANTHONY PAALMAN. Il manuale è da tutti conosciuto come la “bibbia dell’equitazione” per il modo preciso e dettagliato con cui affronta ogni singolo aspetto della preparazione del cavallo da salto.
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