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Quando l’Amore per i Cavalli si Scontra con la Durezza della Realtà Familiare

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Amore per i cavalli negato: il padre impedisce alla figlia di cavalcare, con conseguenze emotive profonde.

Nel cuore di una recente vicenda giudiziaria a Torino, si svela una trama intricata di passioni infrante, sogni delusi e legami familiari spezzati. Un uomo di 65 anni, un tempo artigiano e maniscalco, è ora processato per violazione degli obblighi di assistenza familiare. Un’accusa che si scontra con la profonda intimità dell’amore per i cavalli e le conseguenze che può avere sulla vita di una giovane donna.

La storia inizia con un divorzio nel 2014, che avrebbe dovuto segnare il confine tra due mondi. Invece, ha aperto ferite dolorose e ha impedito a una giovane donna di seguire la sua passione per l’equitazione. In base agli accordi di separazione, l’uomo avrebbe dovuto versare 500 euro al mese e consentire alla figlia, una talentuosa amazzone, di montare, presso la scuderia di proprietà, il suo amato cavallo quando lo desiderava.

Tuttavia, la realtà si è rivelata molto diversa. La giovane donna, ora ventottenne, ha condiviso in aula la sua struggente testimonianza di come il padre abbia negato non solo il supporto finanziario, ma anche l’opportunità di coltivare la sua passione. “Veder cavalcare il mio cavallo da altri era una sofferenza”, ha dichiarato con voce rotta. Ha descritto poi come il padre avesse trasformato un sogno luminoso in un’esperienza dolorosa e alienante.

L’amore per i cavalli è una passione che va oltre il semplice interesse sportivo. È un legame profondo, quasi mistico, che può plasmare la vita di chi lo coltiva. Questo è evidente nella storia di questa giovane donna, che ha visto il suo mondo crollare quando il padre, dopo il divorzio, ha preferito una nuova compagna.

La richiesta di risarcimento per “perdita di chance” presentata dall’avvocato di parte civile sottolinea l’aspetto cruciale della storia: il costo emotivo di un sogno infranto. La giovane amazzone, nonostante il talento innato, ha dovuto abbandonare la competizione e ha persino evitato il contatto con i cavalli per anni, a causa delle ferite emotive inflitte dalla mancanza di sostegno familiare.

Questa vicenda sottolinea il tema più ampio della connessione tra gli esseri umani e gli animali. In particolare ci ricorda il ruolo significativo che gli animali possono giocare nelle vite umane.  La vicenda giudiziaria a Torino, tuttavia, ci mostra il lato oscuro di questa relazione quando il sostegno familiare viene negato.

L’esperienza della ragazza, che ha vissuto il divario tra l’amore iniziale per i cavalli e il dolore causato dalla mancanza di sostegno, serve come avvertimento sulla necessità di rispettare e supportare le passioni individuali all’interno delle dinamiche familiari.

Fonte principale: La voce

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Serena Cappello

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