Nel salto ostacoli le azioni del cavaliere devono essere un mezzo per aiutare il cavallo e non per dominarlo. Anthony Paalman spiega come.
Nel salto ostacoli le azioni del cavaliere dovrebbero essere un mezzo per aiutare e non per dominare il cavallo che deve avere fiducia in sé stesso e non aver paura di prendere decisioni. Anthony Paalman spiega il valore del Sistema naturale nella formazione del cavallo da salto e del suo cavaliere.
Il sistema naturale fu introdotto in Italia nel 1904 da Federico Caprilli. Era un metodo di equitazione rivoluzionario che abbatté la tecnica del salto utilizzata fino a quel momento. Il principio di Caprilli si basa un concetto semplice. Il cavallo porta il peso del cavaliere più facilmente sulle spalle che sui lombi. Inoltre, usa la testa e il collo come una leva di equilibrio. Pertanto, se gli è permesso di muoversi nel suo equilibrio naturale, i suoi movimenti saranno più efficienti.
Il sistema di Caprilli, adottato integralmente dalla Scuola di Cavalleria nel 1907, pose le basi per l’equitazione moderna. Infatti, ai cavalieri viene ora insegnato a seguire il movimento in avanti del cavallo con il loro equilibrio nelle staffe, piuttosto che sulla sella. Caprilli riteneva che l’obiettivo principale del cavaliere doveva essere quello di rispondere a tutti i cambiamenti di equilibrio seguendo i movimenti del cavallo. Spiegava che “Il cavallo che si avvicina all’ostacolo deve imparare a non temere l’azione del cavaliere. Deve convincersi che il cavaliere lo lascerà sempre libero di saltare e non interferirà o lo danneggerà senza scopo”.
È assolutamente necessario preservare questi principi classici adattandoli alle esigenze del salto ostacoli moderno.
Con queste le parole Anthony Paalman inizia a spiegare il “sistema naturale” nel suo manuale “Il libro dell’equitazione”.
Il noto istruttore olandese prosegue spiegando che «ciò che caratterizza essenzialmente il Sistema Naturale è la facilità e la calma con cui i cavalli rispondono alle richieste dei loro cavalieri. A poco a poco, al cavallo viene insegnato a lavorare senza sprecare inutilmente le proprie energie. Così imapara a sviluppare al massimo le proprie capacità atletiche.
L’obiettivo è incoraggiarlo a usare il suo giudizio entro i limiti fissati dal cavaliere. Il cavallo sarà così desideroso di compiacerlo e avrà così tanta fiducia in sé stesso che, in una situazione difficile, prenderà rapidamente la decisione giusta senza l’aiuto del cavaliere. Per la maggior parte dei cavalieri inglesi, per estensione gli anglosassoni, questa libertà di azione lasciata al cavallo è una pratica abituale perché hanno imparato durante la caccia a dare fiducia alle iniziative e all’istinto dei loro cavalli.
Il Sistema Naturale è esattamente agli antipodi dei sistemi utilizzati da molti cavalieri europei. In Europa, i cavalieri regolano continuamente le falcate del cavallo passando repentinamente da un’andatura più veloce a una più lenta. Questo è estremamente dannoso, soprattutto se usato nelle prime fasi di addestramento del cavallo. Anche con i piccoli ostacoli di allenamento, il cavaliere è convinto di dover “fare qualcosa” perché che il suo cavallo non sarà in grado di avvicinare e superare un ostacolo senza le sue istruzioni.
Ne consegue che il cavallo non ha alcuna fiducia in sé stesso perché non gli è mai stata data la possibilità di saltare “da solo” e perché il cavaliere non ha alcuna fiducia in lui.»
Paalman non riteneva ammissibile formare un cavallo in questo modo. «Controllare l’andatura del cavallo e regolarne le falcate è chiaramente necessario in competizione, soprattutto nei concorsi al chiuso. Ma anche in questo caso, bisognerebbe considerarlo come un mezzo per aiutare il cavallo e non per dominarlo. Un cavallo montato secondo un simile sistema dipende totalmente dal suo cavaliere. Se, per disgrazia, il cavaliere cade – e può capitare anche ai migliori – il cavallo si sente perso ed è completamente incapace di “salvare” la situazione.»
Nel suo libro riporta un programma di completo lavoro basato sui principi del Sistema Naturale. «Per ottenere i massimi benefici, l’addestratore deve studiare. Non lo ripeterò mai abbastanza – insiste Paalman – Se pensate di poter fare a meno del dressage, di poter tralasciare lo stile o dimenticare parti del programma sul salto in libertà, se quindi non seguite il programma completo allora non aspettarti di saltare bene con il vostro cavallo.
Se, invece, il programma viene seguito alla lettera, allora il cavallo si crescerà, maturerà e vi obbedirà con tutto il cuore e al meglio delle sue capacità. Anche se mediamente bravo, un cavallo, se è stato formato secondo il Sistema Naturale, vi saprà sorprendere e vi incanterà».
Anthony Paalman, Il nuovo libro dell’equitazione, Zoraide editore, p. 13