Nel mondo dell’equitazione, la sensibilizzazione e desensibilizzazione del cavallo sono due concetti fondamentali che vanno ben oltre il semplice tocco fisico. Massimo Pierini, autore del libro “Un dono da ogni cavallo”, ci guida attraverso il delicato processo di comunicazione con il nostro compagno equino, rivelando l’importanza di comprendere e rispettare i suoi bisogni emotivi tanto quanto quelli fisici.
I “tocchi”, come descritti da Pierini, sono i punti di pressione che permettono di comunicare con il cavallo. Questi tocchi non sono solo un mezzo per impartire comandi, ma servono anche a sensibilizzare o desensibilizzare l’animale. Ciò che emerge è la necessità di una connessione profonda, basata sulla fiducia reciproca, che va oltre la mera istruzione e entra nel territorio della comprensione emotiva.
Sensibilizzare il cavallo comporta il rendere più sensibili alcuni punti di contatto. Questo processo richiede tempo e pazienza. Il cavallo deve essere incoraggiato a commettere errori, poiché è attraverso gli errori che si apprende. L’aspetto chiave è attendere, osservare e ripetere. Il segreto risiede nell’essere pazienti e consentire al cavallo di apprendere gradualmente.
D’altra parte, desensibilizzare richiede un approccio opposto. I punti da desensibilizzare devono essere individuati, toccati e ritoccati. Le pressioni iniziano leggere per diventare progressivamente più pesanti. Questo processo aiuta il cavallo a familiarizzare con situazioni che inizialmente potrebbero suscitare fastidio o paura. La desensibilizzazione è un percorso di abituazione graduale e rispettoso.
Tuttavia, la chiave per una comunicazione efficace con il cavallo va oltre il fisico. Lavorare con un cavallo implica anche influenzare la sua mente. La stimolazione della curiosità è essenziale per sensibilizzare il cavallo, spingendolo a ragionare e apprendere. Allo stesso tempo, la desensibilizzazione può coinvolgere la gestione della paura attraverso la stimolazione positiva e la gradualità.
In questo approccio olistico, è fondamentale considerare il cavallo come un partner mentale ed emotivo, non solo come una creatura fisica. Incentivare un pensiero razionale nel cavallo promuove l’apertura al dialogo e all’apprendimento. Il rapporto tra cavaliere e cavallo diventa così una collaborazione basata sulla fiducia reciproca e sulla comprensione emotiva.
Avere un cavallo che ragiona, ti aiuta ad accogliere assieme le novità, stimola l’apprendimento. Apre il dialogo!
In conclusione, la sensibilizzazione e la desensibilizzazione del cavallo non sono solo tecniche, ma abbracciano anche la sfera emotiva e mentale. Attraverso la pazienza, l’osservazione e il rispetto reciproco, è possibile sviluppare una connessione profonda con il nostro amico a quattro zampe, creando una partnership armoniosa e appagante.
Massimo Pierini, Un dono da ogni cavallo, zoraide editore, pp. 22-24
Leggi la recensione di Maria Cristina Magri su Cavallo Magazine
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Per Maria Cristina Magri di #cavallomagazine, Massimo con il suo libro ha messo in luce «l’aspetto poco illuminato» del lavoro e dei sentimenti dell’addestratore che per mesi e mesi lavora con un cavallo per risolvere problemi difficili, instaura con lui un legame stretto come un nodo «e poi arriva qualcuno che prende il cavallo, lo carica su un van», se lo porta via e con molta probabilità non lo incontrerà mai più.
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