Strigliare il cavallo: un’arte antica che ha mantenuto le tecniche nel tempo sottolineando il ruolo centrale che il cavallo ricopriva nella vita dell’uomo.

La cura del cavallo, attraverso la pratica della strigliatura, è un’arte che affonda le sue radici nell’antichità, dimostrando quanto gli Antichi conoscessero e valorizzassero l’importanza del benessere equino. Nonostante il passare dei secoli e l’evoluzione tecnologica, i metodi antichi e moderni di strigliare il cavallo presentano incredibili somiglianze, confermando che i nostri antenati avevano compreso appieno i benefici di questa pratica.

L’arte della strigliatura nell’antichità

Già nell’antichità, filosofi e poeti descrivevano la strigliatura del cavallo come un rito indispensabile per la cura del cavallo. Senofonte, nel suo trattato sull’ippica, forniva dettagliate indicazioni sulle tecniche più sicure e salutari per questa operazione. Suggeriva di spazzolare il cavallo posizionandosi di lato, per evitare calci o movimenti improvvisi, e poneva grande enfasi sulla pulizia delle gambe e degli zoccoli.

Non erano solo i trattati tecnici a sottolineare l’importanza di strigliare il cavallo. Callimaco celebrava la dea Atena che, al ritorno dalle battaglie, si prendeva cura dei suoi cavalli prima ancora di pensare a sé stessa. Questo gesto non era solo un simbolo di rispetto per l’animale, ma un vero e proprio riconoscimento del legame imprescindibile tra cavallo e cavaliere.

Catone il Censore, noto per la sua disciplina, frizionava personalmente la sua cavalcatura al termine di ogni giornata, dimostrando che la pulizia del cavallo era un dovere imprescindibile, indipendentemente dal rango o dalla fatica accumulata.

La strigliatura moderna: tra tradizione e innovazione

Le pratiche moderne di strigliatura, pur beneficiando di strumenti più avanzati, seguono gli stessi principi tramandati dagli Antichi. La routine quotidiana prevede ancora l’uso della striglia per rimuovere sporco e sudore, favorendo la circolazione sanguigna e migliorando la salute del manto. Anche oggi, il cavallo viene strigliato con attenzione, rispettando regole di sicurezza che proteggono sia l’animale che l’operatore.

L’attenzione alla posizione durante la strigliatura, così come indicato da Senofonte, è rimasta invariata: posizionarsi lateralmente al cavallo è fondamentale per minimizzare i rischi. Inoltre, si continua a insistere sull’importanza di pulire accuratamente gli zoccoli, assicurandosi che non vi siano detriti che possano causare problemi alla forchetta.

L’Importanza del cavallo ieri e oggi

La centralità del cavallo nella vita dell’uomo non è mai stata messa in discussione, né nell’antichità né oggi. Per gli Antichi, il cavallo era una risorsa fondamentale per il lavoro nei campi, per gli spostamenti e, soprattutto, per la guerra. Questo spiega perché la sua cura fosse considerata prioritaria rispetto a quella del cavaliere. La stessa dea Atena, come riportato dalla letteratura classica, lavava e puliva i suoi cavalli con cura prima di pensare al proprio riposo.

Oggi, anche se il cavallo non riveste più il ruolo centrale che aveva in passato, chi lavora con questi animali continua a trattarli con il massimo rispetto. La strigliatura non è solo una routine igienica, ma un momento di connessione tra l’uomo e l’animale, un’occasione per rafforzare il legame tra cavallo e cavaliere e per monitorare lo stato di salute del cavallo.

Il confronto tra le pratiche di strigliatura antiche e moderne evidenzia quanto questa tecnica sia rimasta essenzialmente immutata nel tempo, segno della sua efficacia e della profonda comprensione che gli Antichi avevano delle necessità equine. La cura del cavallo non è solo un dovere, ma un gesto di rispetto verso un compagno di vita e di lavoro.

Imparare dalla storia ci permette di apprezzare ancora di più l’importanza di questi animali e delle pratiche che assicurano il benessere del cavallo. Come insegna la leggenda di Atena, prendersi cura del cavallo prima di sé stessi è una regola d’oro che trascende i secoli e continua a ispirare i moderni amanti del mondo equino.

Fonte: Paul Vigneron, Il cavallo nell’antichità, SugarCo Edizioni, 1987, pp. 39-40

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