L’equitazione, più di molte altre discipline, richiede un sapiente bilanciamento tra conoscenza teorica e abilità pratica. Francesco Amalfi, nel libro “Scritti equestri”, sottolinea l’importanza di questa dualità, evidenziando le difficoltà che l’allievo incontra nel percorso di apprendimento. In un’epoca in cui la mente e lo spirito possono faticare a cogliere la complessità dietro le tecniche equestri, emerge l’essenzialità di un insegnamento che non trascuri gli aspetti teorici. Questo articolo si propone di esplorare, seguendo le riflessioni di Amalfi, come l’equilibrio tra pratica e teoria possa essere la chiave per formare cavalieri completi e consapevoli.
Secondo Francesco Amalfi, l’equitazione trasmessa attraverso un approccio prettamente pratico lascia inevitabilmente delle “dannose lacune” nel cavaliere. Questo approccio, sebbene possa sembrare efficace nel breve termine, rischia di creare figure incapaci di affrontare dubbi o situazioni impreviste con la dovuta competenza teorica. L’allievo si trasforma in un praticante che, agendo per istinto, può facilmente deviare dalla “vera via” dell’equitazione.
La realtà descritta da Amalfi pone l’accento sulla necessità di un insegnamento che valorizzi tanto la pratica quanto la teoria. Solo così è possibile superare le sfide poste da situazioni inaspettate e da dubbi che, altrimenti, rimarrebbero irrisolti. La formazione di un cavaliere non si limita all’addestramento fisico ma include anche lo sviluppo di una solida comprensione teorica delle tecniche equestri, delle loro ragioni e dei loro fondamenti.
La visione di Amalfi invita a riflettere sulla responsabilità degli istruttori e sul percorso formativo degli allievi. Per evitare la frammentazione della disciplina e la proliferazione di “tanti principi e tante scuole” che allontanano dalla conoscenza autentica, è fondamentale promuovere un percorso educativo che integri armoniosamente pratica e teoria.
Questa integrazione non solo prepara l’allievo a diventare un cavaliere più completo e versatile ma contribuisce anche alla conservazione e alla trasmissione fedele dei principi equestri autentici. In questo modo, si contrasta la tendenza alla confusione e alla diluizione dell’insegnamento, preservando l’essenza stessa dell’equitazione.
La riflessione proposta da Francesco Amalfi negli “Scritti equestri” sottolinea l’importanza di un approccio olistico all’insegnamento dell’equitazione, che non trascuri nessuno dei suoi aspetti fondamentali. L’equilibrio tra pratica e teoria non è solo la chiave per formare cavalieri eccellenti ma rappresenta anche la via per preservare l’integrità e la purezza di questa nobile arte. In questo senso, gli insegnanti hanno il compito di guidare i loro allievi in un percorso che li renda non solo pratici ma anche profondi conoscitori della teoria equestre, fedeli alla visione dei maestri che li hanno preceduti.
Francesco Amalfi, Scritti equestri, a cura di Mario Gennero, zoraide editore, 2024, p. 29
Nel panorama della cavalleria italiana del Novecento, la figura di Francesco Amalfi si distingue come emblema di coraggio e dedizione, incarnando l’evoluzione dello sport equestre. Senza lasciare opere firmate, la sua voce si è fatta strada attraverso le pagine della rivista “Il Cavallo Italiano” e una preziosa collezione di manoscritti, lettere e dattiloscritti che narrano di dedizione, innovazione e amore per l’equitazione. Mario Gennero, con instancabile cura filologica, porta alla luce queste testimonianze inedite, offrendoci un viaggio nelle profondità della storia dell’equitazione italiana.
Questi documenti offrono uno sguardo intimo sulle innovazioni e sul profondo amore di Amalfi per l’equitazione, seguendo l’insegnamento pionieristico di Federico Caprilli verso una concezione rinnovata dell’arte equestre. Arricchiscono l’opera fotografie d’epoca, che non solo catturano momenti personali ma anche il contesto storico, trasformando il libro in un prezioso documento visivo e un omaggio vibrante a un maestro dell’equitazione. Questo volume rappresenta non solo un omaggio a Francesco Amalfi ma anche un invito a riscoprire l’essenza dello sport equestre, lasciando che il suo spirito continui a ispirare le generazioni future. Un tesoro di sapienza e passione che, grazie a Gennero, rimarrà vivo nel tempo, perpetuando l’eredità di un maestro indimenticabile.
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