Lavorare con i cavalli non è facile. Le difficoltà che si incontrano sono tante quanto almeno il numero di cavalli con cui si ha a che fare, anzi, normalmente molte, molte di più. Ogni cavaliere o horseman, come si usa definire oggi le persone che lavorano con i cavalli, è disposto a dedicare ore, giorni, mesi e addirittura anni per ottenere un rapporto di fiducia. Pazientemente si osserva il cavallo. Si ragiona sull’approccio migliore da utilizzare. Con calma e sangue freddo lo si mette in pratica. I risultati spesso lasciano a bocca aperta i profani ma, purtroppo, anche gli addetti ai lavori. Non posso fare a meno di chiedermi se i cavalli danno lo stesso valore che dà l’uomo alle categorie della ragione, della pazienza e della calma. Ragione, pazienza e calma sono gli attributi che dovrebbero rendere l’uomo, un Uomo. I cavalli fanno proprie queste categorie, imparano ad adattarsi ad esse così come noi gliele proponiamo. In questo modo imparano ad adattarsi a noi e ad amarci. Non solo le apprendono e si adeguano, ma riescono a metterle, naturalmente, in pratica in un contesto che per loro naturale non è. Mi chiedo dunque come mai l’uomo non riesce ad applicare alla propria vita le stesse categorie che insegna? Ahimè, troppo spesso vedo che molti strabilianti risultati ottenuti con i propri cavalli, sono dovuti solo alla straordinaria capacità di adattamento di quelle splendide creature. E allora come ci si può vantare di insegnare qualcosa che poi non si sa mettere in pratica verso i propri simili?
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