L’uveite ricorrente o mal della luna è una patologia insidiosa. Una delle principali malattie dell’occhio del cavallo e la più comune causa di cecità.
Il termine mal della luna è un termine obsoleto ma entrato nell’uso corrente come tanti altri termini di uso gergale nel mondo del cavallo. I termini più precisi sono iridociclite, oftalmia periodica o più esattamente uveite ricorrente, che definisce così una infiammazione che si ripresenta di tanto in tanto a carico dell’uvea che è il tappeto riccamente vascolarizzato che riveste l’occhio.
L’uveite ricorrente degli equini è una delle principali malattie oftalmiche del cavallo. È la più comune causa di cecità in questa specie animale. Fortunatamente, recenti progressi nel trattamento degli equini colpiti dalla malattia hanno consentito di affrontarla con successo.
La malattia è caratterizzata da episodi di infiammazione intraoculare. Essi si sviluppano a distanza di settimane o mesi dalla regressione di un episodio iniziale di uveite. Tuttavia, non tutti i casi di uveite equina iniziale evolvono nella uveite ricorrente. I cavalli possono sviluppare questa condizione a qualsiasi età. Il picco del momento del primo episodio di uveite si ha a 4-6 anni, quando la maggior parte di essi inizia o sta per iniziare la propria attività agonistica.
I sintomi
I cavalli colpiti da uveite ricorrente, manifestano una grande variabilità di sintomi. A seconda della intensità dello stato infiammatorio il cavallo può manifestare via via una semplice lacrimazione, arrossamento della congiuntiva, opacamento delle strutture visibili (cornea, cristallino), fastidio alla luce (fotofobia) che si manifesta tenendo l’occhio chiuso. Solitamente l’occhio è molto dolente e il cavallo è poco trattabile.
Una volta superata la fase acuta i sintomi possono ripresentarsi a intervalli di tempo più o meno lunghi. Variano da settimane a mesi e ogni attacco della malattia causa dei danni permanenti di gravità variabile alle strutture dell’occhio, in particolare quelle profonde.
La successione degli attacchi può portare alla perdita funzionale dell’occhio. Possono essere colpiti uno o entrambi gli occhi. Se viene colpito uno solo può essere colpito successivamente l’altro e di conseguenza il cavallo può diventare cieco.
L’uveite ricorrente è una malattia autoimmune. Ciò vuol dire che il cavallo produce degli anticorpi contro i propri tessuti a seguito di una infezione all’interno dell’occhio. Normalmente esiste una barriera tra il sangue e i liquidi all’interno dell’occhio. Se un agente infettante di tipo particolare riesce a penetrare all’interno dell’occhio, rompe questa barriera e richiama al suo interno gli anticorpi che l’organismo produce per combatterlo.
Le sindromi cliniche principali
Nell’uveite ricorrente degli equini si osservano tre sindromi cliniche principali. La forma “classica”, “insidiosa” e “posteriore”.
La forma “classica” è la più comune. È caratterizzata da episodi infiammatori attivi seguiti da periodi di flogosi oculare di minima entità. I segni clinici tipici dell’uveite ricorrente attiva sono fotofobia, blefarospasmo ed edema corneale. si osserva anche intorbidamento dell’acqueo, ipopion, miosi, annebbiamento del vitreo e corioretinite.
Dopo il trattamento con farmaci antinfiammatori, i segni dell’uveite acuta attiva possono recedere e la malattia entra in una fase quiescente o cronica.
I segni clinici della forma cronica sono rappresentati da edema corneale, fibrosi dell’iride ed iperpigmentazione, sinechie posteriori e degenerazione dei granuli dell’iride (margini lisci). Si osserva anche miosi, formazione di cataratta, degenerazione e alterazione di colore del vitreo e degenerazione retinica peripapillare.
Dopo un periodo di tempo variabile, la fase quiescente viene generalmente seguita da nuovi e sempre più gravi episodi di uveite. È la natura ricorrente e progressiva della malattia ad essere responsabile dello sviluppo di cataratta, aderenze intraoculari e tisi del bulbo (occhio cicatrizzato).
Nella forma “insidiosa”, invece, l’infiammazione non si risolve mai completamente. Si ha il perdurare di una risposta flogistica di basso grado. Essa porta alla progressione verso i segni clinici cronici della malattia. Spesso questi cavalli non mostrano un evidente disagio oculare. Per questo motivo, spesso, i loro proprietari si rendono conto della presenza della malattia solo quando si forma una cataratta o l’occhio diviene cieco.
Questo tipo di uveite si osserva più comunemente negli Appaloosa e nei cavalli da tiro.
La forma “posteriore” è caratterizzata da segni clinici localizzati interamente nel vitreo e nella retina, con scarse o assenti manifestazioni anteriori di uveite. In questa sindrome, sono presenti opacità del vitreo e infiammazioni e degenerazioni retiniche. Si tratta del tipo meno comune di uveite e si osserva soprattutto in Europa.
Entrambi i tipi “classica” o “insidiosa” possono presentare principalmente l’interessamento del segmento anteriore (infiammazione di cornea, iride, lente e corpo ciliare) o posteriore (infiammazione di corpo ciliare, vitreo e corioretina).
Infine, anche con un trattamento aggressivo, molti cavalli sviluppano una condizione di dolore oculare cronico e cecità come conseguenza di cataratta secondaria, sinechie (aderenze intraoculari), cicatrizzazioni, glaucoma ed insorgenza della tisi del bulbo.
La diagnosi clinica
La diagnosi clinica dell’uveite ricorrente degli equini si basa sul rilevamento diretto delle caratteristiche manifestazioni sopra descritte, con o senza segni di disagio oculare associato, e una storia clinica documentata di uveite ricorrente o persistente. Per formulare questa diagnosi clinica, è necessaria la presenza di entrambe queste caratteristiche, soprattutto per differenziare la condizione dalle forme di uveite diverse da quella ricorrente e da altre cause di flogosi oculare ricorrente o persistente, come la cheratite da herpesvirus o quella immunomediata.
Può essere utile effettuare test diagnostici come esame emocromocitometrico completo, profilo biochimico, biopsia congiuntivale e test sierologici per l’identificazione di agenti batterici e virali.
Gli scopi principali della terapia sono quelli di preservare la visione e ridurre e controllare l’infiammazione oculare nel tentativo di limitare il danno permanente dell’occhio. Nei cavalli in cui sia stata identificata una causa scatenante ben definita, il trattamento è volto a eliminare il problema primario ed effettuare le indagini iniziali per isolare gli agenti scatenanti.
Ogni stato infiammatorio dell’occhio può essere causato da uveite ricorrente per cui:
– La diagnosi richiede un esame completo dell’occhio
– Prima di intraprendere una terapia con corticosteroidi è necessaria una diagnosi che escluda ulcere corneali
– La tempestività nella terapia è fondamentale per rallentare il decorso della malattia.
Dr. Andrea M. Brignolo, veterinario ippiatra con particolari competenze in medicina interna e sportiva e aspetti peritali medico legali ed assicurativi della medicina veterinaria.
Club Member and past president presso SIVE International, Resident assistant presso UCDavis Veterinary Medical Teaching Hospital e Vicepresidente con delega agli Equini presso ANMVI Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani. Nel 2007 ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Cliniche Veterinarie alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino.
Ha scritto pubblicazioni sia scientifiche che divulgative pubblicate su riviste di settore e giornali a livello provinciale, nazionale ed internazionale. Effettua dal 1989 seminari, corsi ed incontri presso varie associazioni ed enti legati all’ambiente del cavallo sportivo.
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Dr.Andrea M. Brignolo
Medico Veterinario DVM-PhD
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