Equitazione classica: perché Baucher critica i Maestri del passato rompendo con la Vecchia Scuola, rivoluzionando l’arte equestre.
François Baucher, figura emblematica dell’equitazione classica ottocentesca, è celebre per il suo approccio rivoluzionario e per il netto distacco dai Maestri che lo avevano preceduto. In un’epoca in cui la tradizione equestre era profondamente radicata nelle teorie dei grandi nomi del passato, Baucher si fece portavoce di un nuovo metodo, più pratico e diretto, che rompeva drasticamente con le convenzioni consolidate.
La polemica di Baucher con i Maestri del passato
La critica di Baucher ai Maestri del passato nasce dalla sua convinzione che l’equitazione tradizionale fosse imprigionata in un formalismo teorico eccessivo. Secondo Baucher, i suoi predecessori si erano concentrati troppo su concetti astratti, sacrificando la semplicità e l’efficacia pratica. Il baricentro del cavallo è il fulcro della sua polemica: considerato da molti come la chiave per l’equilibrio, per Baucher non è altro che un elemento passivo, il cui ruolo è stato sovrastimato dai teorici dell’equitazione.
Il baricentro: da principio attivo a effetto passivo
Nella tradizione equestre precedente, il baricentro era visto come un’entità centrale, una sorta di “motore invisibile” che regolava l’equilibrio del cavallo e del cavaliere. I Maestri del passato elaboravano teorie complesse per calcolare la posizione del baricentro in ogni movimento, creando trattati spesso più filosofici che pratici.
Baucher ribalta questa visione, affermando che il baricentro non è una causa determinante ma un semplice effetto. In altre parole, il baricentro riflette il risultato del movimento corretto:
- Se il movimento è equilibrato, il baricentro funziona correttamente.
- Se il movimento è sbagliato, il baricentro non può correggerlo.
Questa visione rappresenta una rivoluzione equestre per l’epoca, poiché Baucher invita a superare l’ossessione teorica per concentrarsi sulla pratica.
La rottura con il tradizionalismo
Baucher non si limita a criticare il concetto di baricentro, ma attacca più in generale l’attitudine dei Maestri del passato. Secondo lui, essi erano troppo legati a dogmi e principi teorici, che non solo non aiutavano a migliorare l’equitazione, ma spesso ne ostacolavano il progresso. La sua polemica non è fine a sé stessa: egli propone un cambio di paradigma, invitando cavalieri e addestratori a concentrarsi su esercizi pratici per ottenere risultati reali.
L’appello alla semplicità nell’addestramento e alla pratica
Un elemento chiave dell’approccio di Baucher è la semplicità. Invece di cercare di spiegare l’equilibrio del cavallo attraverso formule e teorie complesse, egli suggerisce di montare un cavallo reale e lavorare sull’armonia tra cavaliere e animale. Baucher ritiene che l’addestramento del cavallo e la coordinazione tra mano e gamba del cavaliere siano gli strumenti più importanti per ottenere equilibrio e controllo, molto più delle teorie astratte.
Perché Baucher rimane rivoluzionario
Il pensiero di Baucher è rivoluzionario non solo per la sua epoca, ma anche per la sua influenza duratura sull’equitazione moderna. La sua insistenza sulla pratica, sulla semplicità e sull’abbandono di concetti inutilmente complessi ha anticipato molte idee che oggi sono alla base dell’addestramento equestre. Baucher invita a guardare l’equitazione con occhi nuovi, a concentrarsi sugli effetti pratici delle azioni, piuttosto che sulla comprensione teorica di concetti come il baricentro.
François Baucher è una figura centrale nell’evoluzione dell’equitazione. La sua rottura con i Maestri del passato non è solo rivolta alle loro teorie, non è solo una critica alla tradizione equestre ma un invito a riscoprire l’equitazione come arte pratica. Invece di inseguire idee astratte, Baucher suggerisce di lavorare concretamente per costruire un rapporto armonioso tra cavallo e cavaliere.
Il suo messaggio rimane attuale: per progredire nell’arte equestre, è necessario abbandonare gli idoli teorici e dedicarsi con passione alla pratica.
Libri di cavalli:
François Baucher, La Seconda Maniera, a cura di Massimo Basili, Zoraide editore, pp. 45-47
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La Seconda Maniera
di François Baucher
“La Seconda Maniera” di François Baucher è, in Italia, un’assoluta novità. Il volume contiene la traduzione del manuale, che rappresenta l’evoluzione del Maestro francese finora conosciuta solo per mano di altri autori come Faverot de Kerbrech o Étienne Beudant, e delle note a fronte, curate da Massimo Basili che ne spiegano il significato e mettono in evidenza come si è evoluto il Metodo.
Basili ha lavorato sul testo con millimetrica precisione identificando le principali differenze tra la Prima Maniera (Metodo di equitazione) e la Seconda Maniera. I suoi approfondimenti, spiegazioni e curiosità ne rendono agevole e gradevole la lettura e chiariscono tutti quei punti che hanno reso spesso Baucher un autore controverso.
«Parlare della Seconda Maniera di Baucher – spiega Basili – equivale a descrivere quelle che sono le origini di un’equitazione colta, raffinata, gentile, dove il Cavallo, qualsiasi Cavallo, anche non di buona conformazione o di pessimo carattere, può esprimere al massimo le sue qualità, e dove un’intelligente impiego degli aiuti rende estremamente comprensibile all’animale ogni richiesta, da quelle più semplici a quelle più complesse. Un’equitazione che trova la sua sintesi nella parola Leggerezza».
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