È diventato necessario prepararsi agli “incontri” sui sentieri dei cavalli. Escursionisti e ciclisti non sempre sanno cosa dovrebbero fare (o non fare).
Non c’è niente di più rilassante di una tranquilla passeggiata a cavallo in una giornata tiepida e soleggiata. In compagnia o da soli si apprezzano quei momenti in cui i raggi di sole scaldano e accarezzano il viso. Ma da un po’ di anni a questa parte le belle passeggiate sono diventate delle incognite perché non si sa mai in cosa e in chi ci si può imbattere dietro una curva. Oggi i cavalieri devono condividere i loro sentieri con un numero sempre più crescente di appassionati di “attività all’aperto”. Ciclisti, escursionisti, cicloamatori, podisti, passeggiatori della domenica animano sempre più spesso le stesse aree attraversate anche dai cavalli.
Mentre cani senza guinzaglio e passeggini sono diventati “stimoli” quasi ordinari per i cavalli poiché ne sono ripetutamente “sollecitati” all’interno del maneggio. Queste “nuove categorie” sconosciute, spesso in rapido movimento, a volte rumorose, possono essere terrificanti per loro, a tal punto da arretrare o scappare o lasciarsi prendere dal panico. Per i cavalieri amanti delle passeggiate è diventato necessario preparare il proprio cavallo agli “incontri” sui sentieri. I cavalli dovrebbero avere sempre la precedenza ma le persone non sempre sono dotate di buon senso. Altri non hanno familiarità o esperienza con i cavalli e potrebbero spaventarsi creando situazioni di panico.
Prima di affrontare una passeggiata sarebbe saggio conoscere la zona e informarsi su chi, in genere, la frequenta. Sarebbe utile fare un giro di perlustrazione e capire se i sentieri sono battuti anche mountain bike, da escursionisti e da veicoli a motore.
Prepara il tuo cavallo. Il primo passo è simulare degli incontri in modo controllato in modo da aiutare il cavallo a rimanere composto quando li incontrerà sul sentiero. La formazione dovrebbe comprendere tre processi di base:
Esposizione graduale;
Desensibilizzazione progressiva;
Generalizzazione.
Ad esempio, una bicicletta potrebbe inizialmente essere parcheggiata ad una certa distanza dal campo in cui si lavora con il cavallo. Poi può essere guidata da una persona e progressivamente avvicinata in diverse sessioni di allenamento. Se il lavoro di desensibilizzazione progressiva è correttamente eseguito, il cavallo dovrebbe avere molte meno probabilità di reagire a una bicicletta sul sentiero. Si possono aggiungere delle varianti includendo nel lavoro una varietà di incontri nuovi tra cui escursionisti con zaini e passeggini. Negli incontri nella vita reale, alcuni “oggetti” si avvicinano frontalmente al cavallo mentre altri si avvicinano di soppiatto da dietro, quindi si dovrebbe anche includere questi elementi nel programma di allenamento.
La generalizzazione è il passaggio finale e prevede la ripetizione degli esercizi già appresi in diverse località, in diversi momenti della giornata e con una varietà di persone. In questo modo, la reazione calma che hai ottenuto lavorando nel campo è più probabile che si manifesti anche in altri contesti, compresi i sentieri.
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