I cavalli riconoscono le persone? Sono davvero in grado di riconoscere i loro cavalieri/gestori e le loro voci? La scienza cerca di dare una risposta.
Tutti abbiamo la sensazione che i nostri cavalli ci riconoscano dal nostro aspetto o dal suono della nostra voce e che possano distinguerci dagli estranei o dalle persone sconosciute. Alcuni affermano che il cavallo non ha una vera e propria capacità di riconoscimento della persona (sia a terra che a distanza che in groppa) mentre altri giurano il contrario. Ci sono cavalieri pronti a mettere la mano sul fuoco che il loro cavallo li riconoscerebbe tra mille. L’esperienza comune fa affermare che i cavalli riconoscono la persona che gli porta da mangiare, riconoscono certi comportamenti e fanno tesoro della loro esperienza. Tant’è che se una persona maltratta un cavallo, questa persona, ad esempio, con molta difficoltà riuscirà a prendere quel soggetto da un campo. Al contrario, se una persona è gentile e si prende cura dell’animale, quel soggetto gli andrà in contro. Sicuramente i cavalli creano delle associazioni tra la persona che va da loro all’orario previsto e le azioni che questa compie: li nutre, li porta fuori o li esercita. È difficile da questo semplice scenario discriminare tra un cavallo che impara mediante rinforzo e un cavallo che riconosce effettivamente la persona specifica che fornisce il rinforzo.
La confusione si crea quando si cerca di spiegare questi comportamenti da un punto di vista umano e personale. La dr. Nancy Diehl, veterinaria ed esperta di comportamento equino, docente della School of Veterinary Medicine dell’Università della Pennsylvania, in un suo articolo risponde alla domanda: “i cavalli riconoscono le persone?”.
La dr. Diehl riassume gli studi più noti sull’argomento e riporta brevemente i risultati delle loro ricerche. Parte dagli studi più datati che avevano dimostrato che i cavalli riconoscevano le persone dalle caratteristiche del viso e dai vestiti e che erano in grado di discriminare tra diversi volti umani e tra persone familiari e non familiari. Studi più recenti hanno dimostrato che i cavalli sembrano essere in grado di abbinare le voci ai volti quando si tratta di persone a loro familiari. Lo studio ha visto coinvolti 72 cavalli. Ad ognuno di loro è stato fatto ascoltare due voci diverse registrate che pronunciavano i nomi dei rispettivi animali con un altoparlante. Le due persone, una familiare e l’altra sconosciuta, che avevano registrato le voci stavano in piedi di fronte al cavallo, a pochi metri l’una dall’altra. I ricercatori hanno osservato che quando la voce sull’altoparlante apparteneva alla persona, l’animale guardava quasi sempre rapidamente verso di essa e continuava a guardare quella persona per un tempo relativamente lungo. Al contrario, se la voce apparteneva alla persona sconosciuta, il cavallo impiegava più tempo a guardarla e non la guardava per molto tempo.
Il fenomeno è noto come “riconoscimento cross-modale“, in quanto ai cavalli è stato chiesto di combinare più segnali sensoriali (nello studio: vista e voce). È interessante il fatto che in questo studio, i cavalli sembravano discriminare i segnali audio anche quando le persone erano state allontanate dalla loro vista. Quindi questi studi suggeriscono che anche i cavalli (come gli uomini) fanno affidamento sia su segnali immediati sia su alcune rappresentazioni nella loro memoria.
Numerosi altri studi hanno dimostrato che, in qualche modo, i cavalli rispondono a ciò a cui una persona sta prestando attenzione. Succede anche a noi, spiega la dr. Diehl, quando la nostra attenzione viene attirata dal gesto di un’altra persona che indica qualcosa e tendiamo a guardare verso l’indicazione.
Un altro studio ha dimostrato che i cavalli oddescino ai comandi vocali appresi indipendentemente dal fatto che questi vengano dati da una persona conosciuta o meno, purché entrambi indirizzassero la loro attenzione verso i cavalli. Tuttavia, gli stessi soggetti obbedivano ai comandi della persona conosciuta anche quando essa non dirigeva fisicamente la sua attenzione su di loro. Quindi, solo la familiarità può garantire che un cavallo obbedisca a un comando.
Questi studi hanno evidenziato un aspetto interessante ovvero che i cavalli rispondevano con maggiore curiosità ai segnali audio e visivi incongruenti rispetto ai segnali congruenti. Il fatto che i cavalli si sono dimostrati maggiormente incuriositi dalle situazioni incongruenti secondo i ricercatori è dovuto alla “violazione dell’aspettative“, quindi hanno ipotizzato che i cavalli stessero cercando di capire perché i diversi segnali presentati loro non corrispondevano a ciò che si aspettavano.
Sia l’esperienza che la scienza dicono che i cavalli, probabilmente, riconoscono meglio le singole persone combinando tutti i tipi di segnali: voce, caratteristiche fisiche, posture e movimenti tipici e la sequenza di cose che accadono nel modo in cui hanno imparato ad aspettarsele sulla base di semplici condizionamenti e rinforzi.
Fonti: The horse ; Studio, “Cross-modal individual recognition in domestic horses (Equus caballus) extends to familiar humans,” pubblicato su the Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences.