Il ruolo dell’insegnante secondo François Baucher è quello di unire scienza e arte nell’arte dell’equitazione con intelligenza e sensibilità.
La filosofia equestre di François Baucher, uno dei più influenti maestri di equitazione del XIX secolo, va oltre la semplice trasmissione di principi e tecniche. Baucher non vede l’insegnante come un mero dispensatore di nozioni teoriche, ma piuttosto come una figura chiave che coniuga sapere scientifico e arte pratica nell’addestramento del cavallo e del cavaliere.
Principi veri e mezzi esatti
François Baucher pone una solida base teorica per la sua metodologia, fornendo principi fondamentali che guidano l’arte equestre. La sua attenzione alla scienza dell’equitazione include la formulazione di mezzi esatti, precisamente adattati alle esigenze del cavallo e del cavaliere. L’insegnante deve essere competente nella comprensione e nella trasmissione di questi principi, creando così una solida base per l’applicazione pratica.
Baucher esprime la necessità di un insegnante esperto, particolarmente formato in una specifica scuola o approccio, per guidare e correggere il cavaliere nell’uso adeguato degli aiuti per il cavallo. Sostiene che l’impiego improprio di questi aiuti può portare a errori e a conseguenze gravi, e solo un insegnante ben addestrato nella sua metodologia può aiutare il cavaliere a correggere tali errori.
L’autore enfatizza che non è sufficiente affermare genericamente che le cause delle resistenze del cavallo devono essere eliminate, ma è necessario che l’insegnante fornisca istruzioni specifiche su come farlo. Questo include non solo indicare quali mezzi appropriati e tempestivi dovrebbero essere impiegati, ma anche istruire sull’adeguato grado di forza da utilizzare. Inoltre, si sottolinea che l’insegnante gioca un ruolo cruciale nello sviluppare la sensibilità dell’allievo attraverso consigli pratici e personalizzati.
L’importanza dell’insegnante formato nella sua scuola deriva dalla sua capacità di trasmettere fedelmente gli insegnamenti e i perfezionamenti della sua metodologia. Solo un insegnante con una conoscenza approfondita e una comprensione completa degli approcci specifici può fornire le indicazioni necessarie per applicare accuratamente e precisamente i principi nell’arte equestre
[…] Baucher sembra mettere le mani avanti, dedicando un intero paragrafo al ruolo dell’insegnante, sottolineando che la riuscita dei procedimenti che vengono descritti nell’opera dipende da chi saprà trasmetterli con intelligenza e profitto, e che non è da mettere in discussione “la verità dei suoi principi”.
Scienza e arte
La distinzione tra scienza e arte è centrale nel pensiero di Baucher. Quando il Maestro parla di “scienza”, si riferisce ai principi teorici e alle nozioni fondamentali che fornisce. L’”arte”, d’altro canto, riguarda l’applicazione pratica di questi principi nell’addestramento del cavallo. Inoltre, riguarda la capacità del cavaliere di mettere in atto la teoria in modo fluido ed efficace.
Baucher critica i suoi predecessori per la confusione tra queste due dimensioni, sottolineando che l’insegnante intelligente è colui che riesce a bilanciare entrambe, colmando questa lacuna tra scienza e arte.
Secondo Baucher, l’insegnante intelligente non è solo colui che trasmette verbalmente principi e nozioni teoriche. È anche l’osservatore attento, l’artigiano pratico che guida fisicamente l’allievo e il cavallo. La parola dell’insegnante è il veicolo per trasmettere il pensiero, l’occhio è lo strumento per osservare e correggere, e la mano è ciò che traduce la teoria in azione pratica.
In conclusione, il ruolo dell’insegnante nell’approccio di François Baucher va oltre la semplice trasmissione di conoscenze. È una figura che unisce la scienza e l’arte, che guida l’allievo attraverso una progressione di esercizi essenziali e che, con intelligenza e sensibilità, applica i principi fondamentali per raggiungere l’eccellenza nell’arte equestre.
Baucher ha ora, dopo molti anni passati a ricevere critiche per la complessità dei suoi concetti, la consapevolezza che la sua equitazione non è semplice. E comunque la Seconda Maniera è davvero più fruibile e senza dubbio più rispettosa del cavallo, rispetto alla Prima.
François Baucher, La Seconda Maniera, a cura di Massimo Basili, Zoraide editore, pp. 24-25
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La 
Seconda Maniera
di François Baucher
“La Seconda Maniera” di François Baucher è, in Italia, un’assoluta novità. Il volume contiene la traduzione del manuale, che rappresenta l’evoluzione del Maestro francese finora conosciuta solo per mano di altri autori come Faverot de Kerbrech o Étienne Beudant, e delle note a fronte, curate da Massimo Basili che ne spiegano il significato e mettono in evidenza come si è evoluto il Metodo.
Basili ha lavorato sul testo con millimetrica precisione identificando le principali differenze tra la Prima Maniera (Metodo di equitazione) e la Seconda Maniera. I suoi approfondimenti, spiegazioni e curiosità ne rendono agevole e gradevole la lettura e chiariscono tutti quei punti che hanno reso spesso Baucher un autore controverso.
«Parlare della Seconda Maniera di Baucher – spiega Basili – equivale a descrivere quelle che sono le origini di un’equitazione colta, raffinata, gentile, dove il Cavallo, qualsiasi Cavallo, anche non di buona conformazione o di pessimo carattere, può esprimere al massimo le sue qualità, e dove un’intelligente impiego degli aiuti rende estremamente comprensibile all’animale ogni richiesta, da quelle più semplici a quelle più complesse. Un’equitazione che trova la sua sintesi nella parola Leggerezza».
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Metodo di equitazione
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