Le proprietà dell’imprinting

Lorenz dimostrò tutto ciò che i suoi predecessori avevano solo intuito ovvero che quando una taccola, un’oca o una papera escono dall’uovo identificano come madre la prima cosa che vedono e rifiutano la compagnia dei loro simili. Egli definì tale fenomeno Imprinting e enunciò le sue proprietà:

1)        L’irreversibilità, cioè l’impossibilità di riorientare il modello di comportamento imprintato;

2)        La “fase sensibile”, ovvero il momento particolare in cui si verifica il fenomeno;

3)        Il breve tempo di esposizione, nella fase sensibile, necessario a fissare il comportamento sull’individuo;

4)        Una esposizione passiva verso l’oggetto biologico che emette dei segnali-chiave perché si fissi su di lui il comportamento;

5)        La realizzazione dell’imprinting non richiede stimoli di rinforzo.

Lorenz ha definito l’imprinting un «processo di apprendimento» e, come tale, tra le sue caratteristiche dovrebbero esserci l’oblio e l’estinzione invece numerosi esperimenti hanno dimostrato che ciò che si apprende non si può modificare né scomparire; Poli parla di una «fase di latenza» durante la quale non è osservabile alcun effetto dell’imprinting ma che si manifesterà al raggiungimento della maturità sessuale. E’ stato osservato che gli uccelli rivolgono le loro attenzioni sessuali verso oggetti analoghi a quelli su cui erano stati improntati. Il fatto che le prime esperienze provocate subito dopo la nascita abbiano degli effetti sugli atteggiamenti sessuali dell’essere una volta divenuto adulto era stato già riscontrato, secondo Lorenz, da Hellmann in un studio sui pappagalli ondulati; egli aveva isolato un maschio e una femmina dalle persone che li avevano allevati, in una gabbia dove non potevano vederle. In questa nuova situazione si accoppiarono e covarono le loro uova, ma quando fu concesso loro di rivedere una persona qualsiasi entrambi gli uccelli le rivolsero tutte le loro attenzioni lottando persino tra loro, dimenticando i piccoli e lasciandoli morire di fame.

Questo «imprinting sessuale», che si manifesta solo quando il volatile è divenuto adulto – secondo Lorenz – dimostra chiaramente la prima e più importante proprietà dell’imprinting, mentre la tendenza a seguire non è sufficientemente dimostrativa in quanto questa scompare entro poche settimane o mesi. Una trentina di anni dopo Lorenz, solo Bateson riuscì a fornire una ipotesi convincente secondo la quale la scelta del compagno sessuale sarebbe legata all’apprendimento e non a qualcosa di innato. Egli ritenne che il primo apprendimento fa sì che i cuccioli fissino le caratteristiche fisiche dei propri genitori e della propria specie, in modo che, divenuti adulti possano accoppiarsi solo con i membri della propria specie.


Bibliografia

 

Konrad Lorenz, L’etologia: fondamenti e metodi, Bollati Boringhieri, Torino, 1995.

Marco Poli, Psicologia animale e etologia, Il Mulino, Bologna.

J. R. Krebs, N. B. Davies, Etologia e comportamento animale, Bollati Boringhieri, Torino, 1987.

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