Il lavoro muscolare in equitazione consente al cavaliere di raggiungere forza, resistenza e flessibilità. Ma cosa deve chiedere al suo corpo?
L’equitazione è un’attività unica in cui due atleti (cavallo e cavaliere) con aspirazioni, qualità fisiche e mentali diverse lavorano insieme per raggiungere un obiettivo. Obiettivo che il cavaliere raggiunge affinando tre qualità: forza, resistenza e flessibilità. Una triade che è quasi una sorta di “Santo graal”.
Le prime lezioni sono molto difficili. I muscoli fanno grandi sforzi per eseguire movimenti volontari che risultano da una sequenza di contrazioni muscolari. Solo la loro ripetizione crea un movimento automatizzato. Movimento che è il risultato della trasformazione di movimenti volontari e controllati. Quest’ultimi, grazie alla ripetizione e al successo del processo di apprendimento motorio, diventano precisi e familiari.
Quando il cavaliere raggiunge l’automatismo, sia nel controllo dell’equilibrio che nella distensione e rilassamento generale dei muscoli, percepisce meno la fatica. Nell’attività prevale dunque la destrezza. Tuttavia il cavaliere deve continuare a fornire una quantità non trascurabile di lavoro muscolare.
Il lavoro muscolare richiesto serve a fissare determinate posizioni del corpo o degli arti. È caratterizzato da contrazioni muscolari specifiche.
La contrazione muscolare è un processo attivo in cui viene generata una forza in un muscolo. Possono verificarsi due tipi di contrazioni: contrazioni dinamiche e contrazioni statiche.
In equitazione, le contrazioni muscolari dinamiche e statiche lavorano insieme per creare la continua efficacia ed efficienza di cui hai bisogno.
Le contrazioni muscolari dinamiche (o isotoniche) si verificano quando un muscolo si accorcia spostando un carico che rimane costante per l’intera durata del periodo di accorciamento. Si può dividere in due fasi: fase concentrica (o positiva) in cui un muscolo si accorcia sviluppando tensione; fase eccentrica (o negativa) in cui il muscolo si allunga e sviluppa tensione.
Si tratta quindi di un movimento visibile, e questo accade, ad esempio, con il movimento dei reni mentre si va al trotto.
Le contrazioni muscolari statiche (o isometriche) sono invisibili. Si tratta di contrazioni che non comportano cambiamenti di lunghezza nel muscolo, come la forza che il busto impiega per controllare la postura.
Il controllo della postura è l’attività principale
Il controllo della postura è l’attività principale quando si va a cavallo, quindi una contrazione muscolare prolungata a bassa intensità. È principalmente un esercizio aerobico. Gli esercizi aerobici richiedono uno sforzo moderato, ma devono essere eseguiti in un periodo di tempo prolungato.
Anche se non vedi questi muscoli lavorare, lavorano molto duramente tutto il tempo. Quando si affaticano lo vedrai (e lo sentirai) nelle spalle che cercano di rilassarsi o nell’arrotondamento della schiena.
In andature più veloci o nel salto ostacoli i cavalieri adottano un assetto in avanti. Questa posizione richiede il trasferimento del peso sulle gambe. Il che porta a una maggiore attività dei muscoli della coscia. Ciò si traduce in un costo metabolico più elevato. Per questo motivo, il salto ostacoli, il cross country e le corse richiedono uno sforzo maggiore da parte del cavaliere.
In queste discipline, è utile un allenamento anaerobico. Gli esercizi anerobici richiedono uno più sforzo ma per meno tempo. E tra un esercizio e l’altro è necessario concedersi un momento di riposo.
La stanchezza
La nostra efficacia dipende dalla capacità del nostro corpo di tollerare e resistere ai vari tipi di fatica. Quando arriva la stanchezza, la nostra postura cambia, i nostri muscoli si irrigidiscono come per resistere. Cambia anche la nostra respirazione, e ad un certo punto, la nostra concentrazione inizia a indebolirsi. Si mettono così a repentaglio le nostre decisioni e le funzioni cognitive, incluso il tempo, il giudizio e la consapevolezza del corpo.
Il cavaliere deve quindi lavorare sulla sua resistenza muscolare, cardiovascolare e sulla concentrazione.
La resistenza muscolare è la capacità di prolungare nel tempo un determinato esercizio fisico. Quindi si tratta di resistenza alla fatica. La resistenza muscolare può essere migliorata con corse progressivamente più lunghe/più intense o con un allenamento con pesi leggeri.
La resistenza cardiovascolare è la capacità del cuore di fornire ossigeno ai muscoli durante l’attività fisica per un periodo prolungato di tempo. Puoi sviluppare la tua resistenza cardiovascolare spingendo costantemente il tuo corpo oltre il punto in cui normalmente ti fermeresti. Puoi integrare l’equitazione con il camminare, fare jogging, canottaggio o nuotare.
La condizione psicologica descrive la capacità di mantenere la mente concentrata, anche quando il corpo inizia a sentirsi affaticato. Per migliorare il tuo stato mentale, il tuo compito è assicurarti che il sangue ricco di ossigeno fluisca costantemente nel cervello; puoi raggiungere questo obiettivo mantenendo il tuo sistema di distribuzione dell’ossigeno in ottime condizioni.
Una respirazione addominale profonda ti aiuta a non trattenere il respiro e a gestire ed eliminare i movimenti respiratori corti e veloci spesso fatti con la bocca. Restare in “apnea” danneggia l’assetto e tutto il corpo in generale. È utile inspirare profondamente, riempendo i polmoni, e quindi espirare completamente.
I cavalieri che desiderano migliore le tecnica di respirazione possono approfondire il metodo Feldenkrais o la pratica dello yoga e delle altre tecniche orientali.
Il testo è diviso in due parti. Nella prima, l’autrice racconta il suo incontro con il metodo feldenkrais e poi con i cavalli e come ha coniugato le due cose insieme. Nella seconda parte l’autrice fa entrare il lettore nel mondo feldenkrais proponendo una serie di movimenti volti a migliorare la propria postura a cavallo.
Perché imparare a “eseguire un movimento (in sella) è relativamente semplice … imparare a sentire ciò che quel movimento genera in noi e per riflesso nel cavallo … è tutta un’altra storia”
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